Sono frequenti le occasioni nella vita quotidiana che ci mettono di fronte a persone, eventi, incombenze che noi proprio non ci piacciano, non riusciamo a tollerare e che in un certo senso detestiamo, che vorremmo eliminare. Ci fanno storcere il naso, o magari ci fanno venire voglia di nasconderci da qualche parte, come quando eravamo piccoli, così da schivare quell’ostacolo che ci mette così tanto in difficoltà.
In (rare) occasioni, inoltre, ci capita perfino di provare odio, ribrezzo, disgusto al solo pensiero.
Cosa succede quando scegliamo di non affrontare queste situazioni? E quali sono, invece, i risvolti positivi che queste esperienze possono tracciare nel nostro percorso di vita?
Ci sono due possibilità. Vediamole insieme.
A inizio '900 uno psicologo molto famoso, Burrhus Skinner, si occupò di studiare il nostro comportamento e fece numerosi esperimenti su topolini che gli permisero di avere grandi intuizioni. Una di queste riguarda il rinforzo.
Il rinforzo positivo è una sorta di premio che agisce come una potente spinta per il nostro comportamento.
Cosa significa? Ogni nostra azione ha delle conseguenze sia sugli altri che su noi stessi. Se la conseguenza di una nostra azione è stata positiva, significa che in futuro tenderemo a mettere in atto lo stesso comportamento “vincente” che abbiamo tenuto durante la prima occasione. Così, quando si presenteranno circostanze simili sapremo già che se ci comportiamo in quel modo avremo più probabilità di avere successo. Allo stesso modo, se la conseguenza è stata negativa, tenderemo a eliminare quel comportamento “perdente” perché abbiamo sperimentato la sua inefficacia in quel tipo di circostanza.
Ma c’è anche un altro tipo di rinforzo: il rinforzo negativo. Ed è questa la trappola dove a volte cadiamo. Il rinforzo negativo avviene quando scappiamo di fronte a una situazione che ci mette in difficoltà, e di conseguenza la nostra ansia si riduce. Questo meccanismo ci fa percepire che se ci tiriamo indietro, allora la sensazione spiacevole svanirà e quindi staremo meglio. In questo modo, quando in futuro ci troveremo di fronte a situazioni simili, metteremo in atto la fuga, evitando il problema, andando quindi a rinforzare questo comportamento.
Ora, fermiamoci un momento a riflettere: è davvero così utile e saggio scappare di fronte ai problemi e alle cose che non ci piacciono, accumulando di volta in volta un numero sempre più alto di occasioni perse? Alla lunga, questo atteggiamento risulta controproducente poiché finiamo per non-fare, per non metterci mai alla prova, col rischio di aumentare sempre più la nostra tendenza a fuggire da quelle circostanze. Se non sperimentiamo, perdiamo molte occasioni di crescita. È un grande spreco di opportunità, non trovi? Inoltre, anche la nostra autostima potrebbe uscirne un po’ ammaccata.
Il punto cruciale è riuscire a prendere consapevolezza di ciò che quella situazione sta smuovendo dentro noi stessi, capire cosa ci sta comunicando quel disagio e cercare di risolverlo.
Ciò che si nasconde dietro un problema spesso rappresenta la chiave per farci fare un salto di qualità nel nostro modo di agire. Se prendiamo coraggio e affrontiamo quella sfida che tanto detestiamo, potremmo ricavarne 3 grandi benefici:
abbiamo risolto il problema
abbiamo imparato a non farci sopraffare dalle emozioni negative e a essere padroni di noi stessi
abbiamo acquisito un nuovo modo di affrontare queste circostanze, andando quindi a rinforzare positivamente questo comportamento, che andrà a nostro vantaggio per il futuro.
Ed ora, pronta all'azione? Ogni volta che dobbiamo affrontare qualcosa che ci mette così tanto in crisi, chiediamoci 3 cose:
Quanto è importante questa situazione per me? Quanto sono motivato/a ad affrontarla?
Quali benefici potrei ricavare dall’affrontare questa situazione? Quali conseguenze avrei se abbandonassi?
Cosa mi sta dicendo la mia intuizione?
Non dimentichiamoci, infatti, che la strada migliore da seguire è quella che ci suggeriscono il nostro cuore e la nostra intuizione. Ascoltiamo noi stessi, riflettiamo su quanto sia importante per noi affrontare quella situazione spiacevole, senza giudicarci negativamente se scegliamo di non affrontarla.
Talvolta, infatti, è peggio obbligarci a fare qualcosa che il nostro cuore ci dice essere sbagliata per noi, pur di accontentare qualcun altro o perseguire altri fini lontani da noi stessi. È importante saper dire di no quando dentro di noi abbiamo maturato la consapevolezza che quello che ci è chiesto va oltre la nostra disponibilità o non si allinea con il nostro bene. Ricordiamo però che spesso vale la pena provarci o affrontarla da un altro punto di vista, anche solo per allenarci ad affrontare momenti negativi con uno spirito coraggioso e reattivo.
E cosa possiamo fare quando la questione riguarda i nostri figli? Noi possiamo essere per loro una risorsa importante.
Se il nostro figlio o la nostra figlia si trova in una circostanza che gli/le provoca emozioni così forti come il disgusto o perfino il rifiuto, partiamo dall’ascoltarli e capire perché si sentono così. Facciamo salire in superficie ciò che dentro di loro sta chiedendo di essere ascoltato.
Cosa è stato toccato dentro di loro?
Cosa questa situazione vuole mettere alla prova di loro stessi?
Quali scenari vedono davanti a sé?
È naturale che la loro prima reazione sia quella di fuggire dal problema. Non colpevolizziamoli. Piuttosto, mostriamo loro che queste reazioni sono del tutto accettabili, anche se non per questo devono arrendersi.
Diamo spazio alle loro emozioni, infondiamogli sicurezza e positività, senza banalizzare la loro situazione (“ma dai si tratta solo di un compito in classe!”, “non puoi fare così tanti capricci per mangiare gli spinaci!”, “mi sembra assurdo che tu faccia una scenata solo perché non ti va di fare questa cosa, sei pigro/a!”). Non screditiamo lo stato d’animo dei nostri figli. In fondo, le situazioni pesanti che coinvolgono noi adulti possono essere diverse da quelle che riguardano loro, ma il modo in cui le viviamo è il medesimo (per un approfondimento su questo tema, puoi guardare sulla nostra pagine Instagram il video IGTV della dr. Consuelo Zenzani).
Insegniamo loro a non farsi prendere dal panico, ad osservare la situazione anche da un altro punto di vista e solo dopo valuteranno cosa sentono sia giusto fare. Il nostro compito è quello di dare loro spunti di riflessione utili e lasciarli decidere in tranquillità in base a ciò che sentono dentro e alla loro motivazione. Stimoliamoli, ma non costringiamoli.
Cosa ne ricaveremmo, infatti, da un bambino che si è sforzato di fare quella cosa solo per farci stare zitti? È importante rispettare i loro gusti e le loro attitudini, affinché si sentano liberi e possano imparare gradualmente a decidere di loro stessi.
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