Il MARE ed i suoi abitanti non ne soffrono, ma stanno male lo stesso… Scopriamo perché!
Cosa fai quando hai la febbre? la mamma consiglia di prendere una medicina che ti aiuterà a farla abbassare.
Cosa fai quando arrivi in spiaggia? La prima cosa è sicuramente quella di mettere la protezione solare sul corpo per evitare di scottarsi la pelle.
Ed ogni sera prima di andare a letto? Una bella doccia non te la concedi? Assolutamente si!
E se ora ti dicessi che tutti questi gesti, moltiplicati per tutte le persone che abitano la Terra, vanno a danneggiare i nostri mari… Mi crederesti?
Ahimè devi credermi sai… quindi cosa possiamo fare?
non lavarsi più? scottarsi? tenere la febbre?
No, non sono le soluzioni migliori queste.
Proviamo a vedere meglio cosa succede davvero nel mare a causa di questi inquinanti, come possono essere eliminati dalle acque e quali scelte possiamo compiere per aiutare a ridurre l’inquinamento da ‘Prodotti Farmaceutici per la Cura della Persona’.
Partiamo da un caso che riguarda in prima persona il Mar Adriatico, il nostro mare.
Sarete sicuramente tutti al corrente che nel mese di agosto 2023 si è verificata, sulla spiaggia libera di Milano Marittima, la schiusa del nido di tartaruga marina Caretta Caretta; un evento che ha incuriosito gran parte della popolazione e lasciato “a bocca aperta” coloro che hanno potuto partecipare alla nascita di queste piccole tartarughine.
Eventi come questi non si verificano molto frequentemente, nella nostra regione era la prima volta che un nido di tartaruga marina venisse deposto su una spiaggia!
Fino a qui… tutto bene
Nel mare però queste tartarughe incontrano alcune sostanze che possono mettere in pericolo la loro sopravvivenza, soprattutto quando sono così piccole.
Quello di cui vi voglio parlare è l’esposizione della tartaruga Caretta Caretta ai filtri solari UV.
Questi filtri li troviamo nelle creme solari, 🧴che utilizziamo per proteggere la nostra pelle dalle scottature, causate da alcuni raggi di sole che potrebbero essere davvero dannosi!
Perché però questi filtri raggiungono il mare e vanno a danneggiare le tartarughe?
Siamo noi a portarli: ogni volta che facciamo un bagno per rinfrescarci e giocare con i nostri amici, se prima ci siamo messi la crema, parte di essa verrà dispersa nel mare e si andrà ad accumulare.
Provate ad immaginare quante persone, ogni giorno, fanno un bagno nel mare… è facile capire quindi il perché le tartarughe possano incontrare questi filtri UV.
Cosa succede alla tartaruga quando entra in contatto con queste sostanze?
La vera spiegazione scientifica è un po’ complessa, cercherò di renderla più facile.
Quando le tartarughe ingeriscono acqua, alcuni filtri UV raggiungono con facilità l’intestino dell’animale; questo filtro però è un “alimento” sconosciuto e quindi non viene digerito normalmente ma si accumula all’interno della tartaruga.
Il continuo accumulo di filtri UV può portare la 🐢 ad alterazioni delle sue funzioni metaboliche e di regolazione… cosa portano queste alterazioni?
Le conseguenze possono essere: infiammazione interna, intossicazione ed una minor resistenza di questo animale verso i batteri.
Gli scienziati che si sono occupati di studiare il caso della tartaruga Caretta Caretta hanno visto che questo animale è tra i più sensibili ai filtri UV, siccome spesso li si possono trovare disciolti nell’acqua, ambiente in cui la tartaruga marina vive.
Nel mare però non troviamo solo filtri UV: altri inquinanti che pesci e piante marine possono incontrare sono i residui di farmaci. 💊
I medicinali che assumiamo non restano solo all’interno del nostro corpo, ci permettono di alleviare un dolore, ma vengono poi eliminati dal nostro organismo quando andiamo in bagno. 🚽
L’inquinamento del mare dovuto a farmaci è quindi il risultato dello scarico della rete fognaria del nostro paese: i medicinali, perciò, compiono un lungo viaggio prima di arrivare al mare e provocare danni ad esso.
Come abbiamo visto nel caso della tartaruga, anche per i medicinali possiamo parlare di accumulo, fauna e flora marina entrando in contatto con principi attivi di antibiotici e antinfiammatori possono arrivare a sviluppare una resistenza nei confronti di queste molecole.
Questo fenomeno prende il nome di antibiotico-resistenza, consiste nella capacità di alcuni batteri di resistere agli antibiotici; è molto dannoso per gli animali e le piante marine siccome potranno essere attaccate con più facilità e non sarà semplice trovare il modo per la guarigione.
L’ antibiotico-resistenza è molto dannosa anche per noi ed è dovuta ad utilizzo di antibiotici inappropriato e continuo; è un fenomeno naturale biologico di adattamento di alcuni microrganismi, che acquisiscono la capacità di sopravvivere o di crescere in presenza di una concentrazione di un agente antibatterico (l’antibiotico), che è generalmente sufficiente ad inibire o uccidere microrganismi della stessa specie.
Dobbiamo quindi fare attenzione ed utilizzare i farmaci solo se il medico ritiene sia necessario!
Facciamolo per noi ed anche per il mare!
In ultimo vorrei parlarvi dell’inquinamento causato dai detergenti e detersivi. 🧼 🛀
Questi prodotti sono necessari per noi, aiutano a mantenere una corretta igiene e riducono il rischio che si sviluppino batteri che potrebbero essere dannosi.
Nel mare però arriva l’acqua di scarico delle nostre docce e lavatrici, questi scarichi non riescono ad essere completamente depurati e quindi una parte della ‘schiuma’ raggiunge fauna e flora marina.
Le conseguenze sono simili a quelle dovute all’inquinamento da filtri UV e da residui farmaceutici.
L’industria dei detergenti e detersivi si è però modernizzata: al supermercato ed in piccole botteghe possiamo trovare prodotti ad un più basso impatto inquinante.
Dobbiamo prestare attenzione però…
Non tutto quello che si presenta come “GREEN 💚” lo è davvero.
In nostro aiuto arriva la tecnologia: app e piattaforme sono state sviluppate per selezionare quei prodotti che, in base alla loro composizione chimica, riducono effettivamente l’impatto sull’ambiente.
https://www.ecobiocontrol.bio/ecobiocontrolla-gli-inci-dei-tuoi-prodotti/biodizionario-detergenti/ a questo link una piattaforma web su cui poter calcolare l’impatto ecologico dei detersivi e detergenti che utilizziamo.
Abbiamo accennato al filtraggio delle acque di scarico, come potrete immaginare, le tecniche sviluppate ed utilizzate sono parecchie; i depuratori e le aziende che si occupano di depurazione le utilizzano sulla base della qualità dell’acqua che devono lavorare e migliorare.
ESPERIMENTO: Laboratorio di creazione di un filtro di depurazione “realistico” delle acque.
Il materiale necessario è il seguente:
bottiglia di plastica vuota
taglierino
Carbone Attivo (lo puoi trovare in negozi per animali/al supermercato)
bicchiere stretto e alto trasparente
panno di cotone
ghiaia grossolana
ghiaia fine
sabbia
acqua con impurità (ad es. terriccio, piccoli legnetti, olio,...)
Preparazione del filtro
taglia il fondo della bottiglia con il taglierino
capovolgi la bottiglia all’interno del bicchiere vuoto
inizia a riempire a strati la bottiglia nel seguente modo (partendo dal collo della bottiglia, che sarà il nostro rubinetto di uscita dell’acqua ‘pulita’)
pezza di stoffa
carbone attivo
sabbia
ghiaia fine
ghiaia grossolana
Filtriamo
Inizia a versare all’interno del filtro l’acqua impura, prova ad annotare su di un foglio cosa viene trattenuto da ciascuno strato.
Conclusioni
Come si presenta l’acqua alla fine del filtraggio?
Sicuramente alcune impurità saranno rimaste, l’acqua non sarà limpida come quella che scorre dai nostri lavandini!
Ricorda infatti che l’acqua che otterrai da questo esperimento NON è potabile!
Saranno state rimosse le impurità di grandi dimensioni, ma le piccole particelle probabilmente saranno ancora presenti alla fine del processo di filtrazione da noi creato.
Se ti va, prova anche tu e scrivi nei commenti se sei riuscito a “depurare” la tua acqua!
Fonti immagini
immagine 1 → https://siviaggia.it/notizie/video/sardegna-tartarughe-avvistate-capo-carbonara/326874/
immagine 2 → https://picchionews.it/curiosita/creme-solari-e-melanoma-per-la-revue-medicale-suisse-la-protezione-e-un-falso-mito
immagine 5 → https://cnsc.iss.it/?p=1622
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